" Lì rimasero per più di due ore il cane e il suo padrone, ciascuno con i propri pensieri ormai senza lacrime piante dall’uno e asciugate dall’altro, chissà, forse in attesa che la rotazione del mondo rimettesse tutte le cose ai loro posti, senza dimenticarne qualcuna che fino ad ora non è ancora riuscita a trovare il proprio " cit. José Saramago - La caverna

LA SCELTA DEI FILATI E IL CRUELTY FREE


Un buon lavoro non dipende soltanto dalla nostra abilità e fantasia, dai ferri o dagli strumenti scelti.
La tecnica, senza il filato adatto, rischia di rendere vano il nostro impegno.
Possiamo scegliere filati di gran pregio, misti, fino ai più moderni sintetici.
Fondamentale è avere le idee chiare sull'effetto finale, sulla persona a cui è destinata la confezione di un capo o un accessorio e sulla resa del filato. A tale scopo si consiglia sempre l’esecuzione di un campione.
Per capi destinati a neonati e bambini è indispensabile usare filati di qualità e anallergici.
Per accessori o decorazioni si potrà prestare meno attenzione e un misto o un acrilico andranno benissimo.
  •       Il nostro primo alleato per riconoscere la qualità di un filato è il tatto. Toccando, ne cogliamo la morbidezza, il calore, la consistenza e la resistenza. Tanto più sono i ritorti del filato maggiore sarà la sua morbidezza e resistenza.
  •        Il nostro secondo alleato è l’etichetta. La trovate su ogni gomitolo con indicazioni sulla composizione (percentuale di lana, acrilico ecc…), sulla manutenzione (temperatura massima di lavaggio, stiratura, asciugatura), sulla lavorazione (numero dei ferri e uncinetto consigliati e resa del campione), sui metraggi, sui grammi.

Ci sono poi dei codici. Uno si riferisce al colore, l’altro al bagno. Quest’ultimo varia da lotto a lotto. Importante quindi che il bagno sia uguale per tutti i gomitoli.
Un bagno può anche cambiare la consistenza di un filato esattamente come accade per i tessuti.

Non date mai per scontato la qualità del vostro filato!

Anche i filati sono soggetti alle mode nei colori e nella forma. Ci sono filati derivanti dalla caseina, quelli di origine vegetale e animale, i misti e i sintetici che diventano high tech ed ecocompatibili. 
Attualissimi i sintetici, dalla facile e rapida lavorazione. Si lavorano generalmente  con ferri dal n.6 in su e non serve una grande esperienza.  Utilizzando i punti base della maglieria, il dritto e il rovescio, ci permettono di realizzare dei progetti apparentemente complessi.
Le fibre sintetiche nei misti, in percentuale variabile, abbassano i costi ma talvolta aumentano anche la resistenza di un filato soprattutto evitando che un capo in lana infeltrisca con i frequenti lavaggi o che venga aggredito dalle tarme.
I filati 50 lana  e 50 acrilico resistono bene anche in lavatrice purché non si lavino spesso , e non si usi la centrifuga.
Il 50% di lana  può essere di pura lana vergine. La certificazione di PURA LANA VERGINE è un marchio di qualità produttiva internazionale promosso nel 1964.
Pura lana significa presenza di sola lana con una tolleranza massima dello 7,3% per impurità involontarie. Pura lana vergine significa lana di tosa, non rigenerata o recuperata da lavorazioni industriali, con tolleranza dello 0,3% per impurità involontarie.
Il lavaggio a mano è sempre il migliore,  preferibilmente in acqua fredda o appena tiepida.
Può capitare infatti che per i frequenti lavaggi in lavatrice il capo in misto lana infeltrisca ugualmente per la parte di fibra naturale e lasci a vista una specie di lanuggine.
Un capo fatto a mano e con filati di medio-alta qualità se ben conservato e lavato a mano può durare decenni! 
In grande aumento i filati made in U.E che spesso significa “fatti nei Balcani” ma il cui marchio di distribuzione è riconducibile  ad aziende italiane.
Sono filati più morbidi dei loro fratelli made in Italy, talvolta leggermente perlescenti.  Se ne trovano in una composizione 100% lana, mista o completamente acrilica. Talvolta il prezzo risulta ridotto altre volte rimane invariato ma non supera mai le 3,00 euro.
Parliamo invece di un prezzo che si aggira tra 1,00 e 1,30 per gli acrilici in gomitoli da 50 grammi fino alle 2,00 euro anche 4,00 euro per i sintetici di ultima generazione tra cui anche la ciniglia.
Il prezzo per un filato di media qualità (misto) si aggira intorno ai 2,00 euro ogni 50 grammi. Sono generalmente gomitoli con una percentuale di lana che va dal 50% fino all’85%.
Ci sono poi i filati di pregio, con un prezzo medio tra 4,00  e 6,00 euro fino alle matasse che superano i 10,00 euro.
Il luogo di acquisto non è indice di qualità. Troverete filati ottimi anche presso gli ambulanti nei mercatini oppure su internet.
Difficile dissipare i dubbi sulla effettiva qualità di filati prodotti fuori Italia.
Resta il fatto che il filato made in Italy è comunque garanzia di qualità.
Detto ciò bisogna  aggiungere che purtroppo la tracciabilità della materia prima è quanto mai farraginosa se vogliamo essere sicuri di avere tra le mani un prodotto cruelty free. Pochi infatti sanno o immaginano, come me del resto fino a poco tempo fa, che spesso gli animali sono oggetto di maltrattamento, esposti a tagli e ferite anche profonde. Ad oggi dunque l'unica alternativa per essere certi di acquistare cruelty free è adoperare i sintetci e quelli di origine vegetale.

RIEPILOGANDO:
·         Acquistate filati di bassa qualità solo per realizzare progetti che non andranno  a diretto contatto con la pelle o ,ancora meglio, semplicemente per realizzare dei campioni e delle esercitazioni.
·         Il prezzo non sempre è indice di qualità, fatevi guidare dall’etichetta, dall’esperienza e dal tatto.
·         Mediamente un gomitolo di buona qualità (50 grammi, con metraggio che va da 125 mt fino a superare i 200 mt) ha un costo che supera 1,80 euro.
·         Controllate sempre l’etichetta e la provenienza del filato.
·         Pura lana vergine = lana di tosa  0,3% di impurità
·        Cruelty free. Non è possibile avere una tracciabilità dei filati acquistati dai lanifici alle aste internazionali ( stock provenienti spesso dall'Australia). Unica alternativa ad oggi per essere sicuri che nessun animale abbia sofferto per il nostro benessere è utilizzare i sintetici o le fibre di origine naturale.

PER SAPERNE DI PIU'

STILETICO :
"SAPERE E' POTERE"
Certamente nessuno di noi nasce imparato, e dal momento che mai qualcuno ci riporta sull'etichetta quello che c'è dietro un prodotto finito, facciamo una doverosa panoramica generale sui materiali usati più comunemente per le calzature, i capi d'abbigliamento e gli accessori...così che la scelta di vestirsi cruelty-free possa essere più comprensibile a tutti. Se li conosci li eviti. Per fortuna le alternative senza crudeltà in questi settori non ci mancano davvero! [...] La tosatura è spesso una attività violenta. Le pecore vengono tosate in primavera; i tosatori vengono usualmente pagati per volume e non per ora, e questo significa che lavorano il più veloce possibile, usualmente senza la benché minima cura per l'animale. Inoltre, risulta molto importante il momento in cui viene effettuata la tosatura, dato che se viene fatta troppo tardi si perde lana, e quindi soldi; perciò, nell'affrettarsi generale, ogni anno un gran numero di pecore muore perché esposta alle intemperie dopo una tosatura prematura.[....]

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TESSUTI ALTERNATIVI :
[...] E’ interessante notare come alcune fibre tessili vegetali abbiano insite proprietà anallergiche benefiche curative per il corpo, favorendo non solo un benessere per il pianeta e la minor invasività di prodotto, ma anche un maggior benessere dell’utente nell’utilizzare gli stessi. Le produzioni per diverse tipologie risultano ancora in via di sviluppo e quindi in alcuni casi abbastanza onerose, ma le proprietà maggiori rispetto al solo cotone favoriscono investimenti nel miglioramento delle tecniche necessarie ad estrazione e trattamento delle stesse. 




TRADIZIONALI FILATI DI ORIGINE ANIMALE

Alpaca
Dall’animale alpaca, un camelide originario delle Ande. Gli alpaca vengono allevati a grande altitudine, per il 90% in Perù, destinati alla produzione di lana esportata in Cina, Italia, Stati Uniti e Giappone.
Più l’animale è allevato ad alta quota (anche 5.000 metri) maggiori sono le qualità del filato che se ne ricava.  
E’ un filato leggero, dalle ottime caratteristiche termiche e delicato al tatto. L’alpaca è l’unico animale al mondo a produrre  fino a 22 colori naturali. Dal bianco puro, alla gamma dei rossicci, marroni, beige e nero carbone.
La lana dell’ alpaca è priva di lanolina, non infeltrisce ed è generalmente anallergica a contatto con la pelle. Ottima quindi anche per confezionare capi per bambini.
Una femmina arriva a produrre fino a 2,5 kg di lana contro i 4 kg dei maschi, ma ancora più pregiata è quella dei cuccioli alla prima tosatura. Brillante e sottile.
I capi realizzati con lana d’alpaca sono destinati a durare tre volte di più della comune lana oltre a essere più caldi, morbidi e leggeri.






Angora
Fibra prodotta dal coniglio d’angora, un coniglio bianco a pelo lungo originario della Turchia. Il suo pelo cresce velocemente necessitando di una tosatura trimestrale. I cinesi, oggi, ne sono i maggiori produttori. Il filato è caldo, leggero, morbido, lucente, utilizzato spesso per capi pregiati. Tuttavia è poco resistente al lavaggio e all’usura quindi spesso lo troviamo in commercio in misto alpaca, mohair o seta, sia per mitigarne i costi sia per migliorarne la resistenza.



Cashmere
Deriva dal pelo di una capra tipica della zona del Kashmir, oggi divisa tra India, Pakistan e Cina . Conosciuta in Europa sin dal XIX secolo è un filato soffice, leggero, setoso e vellutato. La parte più sottile e fine è quella del sotto-mantello (duvet) mentre la parte esterna è più grezza (giarre). La capra non viene tosata ma pettinata durante la stagione della muta (primavera) con una resa che va dai 100 ai 200 grammi di pelo fine. Molta della produzione oggi proviene dalle regioni e altopiani dell’Asia e molto meno dal Kashmir. In queste regioni infatti gli sbalzi di temperatura stimolano la crescita del sotto-mantello.
Questa fibra animale ha proprietà eccezionali capaci di proteggere tanto dalle alte quanto dalle basse temperature.



Merino (Merinos)
Dalla pecora Merino, questo filato è noto fin dall’antichità  soprattutto in Medioriente. Oggi gran parte della produzione arriva dalla Spagna che fino al XVII secolo ne detenne l’esclusiva. Una sotto razza, merino pull, viene allevata in Australia e venduta in balle alle aste. Il pelo della merino è più sottile di quello della pecora comune. Particolarmente utilizzata per confezionare pregiati capi maschili noti come fresco lana o quattro stagioni è una lana resistente. Ogni pecora merino produce fino a 10 kg di lana.





Mohair
Da un termine arabo che significa scelta, è tra le fibre animali più note sin dall’antichità. Il pelo è meno arricciato della merino. Il tipo più pregiato di capra ha un mantello color latte ma si trovano anche varietà nere, marroni e rosate. Il filato viene ricavato dalla capra d’angora. E’ lucente, lungo, spesso utilizzato per migliorare la qualità di altre lane. L’invecchiamento dell’animale implica anche delle modifiche delle caratteristiche del pelo e di conseguenza in base all’età ci sono diverse lavorazioni e utilizzi. Le lane degli esemplari giovani vengono utilizzate in capi di pregio o per la confezione di parrucche. Questo tipo di mohair, kid mohair, è ricavato dal vello del capretto ed è particolarmente lucente e morbido. Le lane degli animali più anziani sono invece spesso impiegati per la realizzazione di tappeti, arazzi e tessuti resistenti. Il mohair è anche usato per il feltro o per simulare la pelliccia.
Caratteristica del mohair è la sua attitudine a essere tino in colori uniformi e in modo persistente.




Vigogna
Animale tipico delle Ande peruviane della famiglia dei camelidi come i lama e gli alpaca. Vive sugli altopiani in Argentina, Bolivia, Ecuador, Cile e Perù fino anche a i 5000 m di altezza in branchi poco numerosi. E’ un animale piuttosto minuto, non supera i 50 kg. La sua lana veniva utilizzata per tessere gli abiti dell’imperatore Inca mentre l’utilizzo era vietato ai sudditi. Durante il periodo spagnolo vi fu una vera e propria strage. 
Oggi la vigogna è un animale protetto come ai tempi Inca.  
Più sottile del cashmere anche quest’animale produce un sotto-mantello molto fine e un pelo esterno che serve a proteggerlo dagli agenti atmosferici. Una vigogna produce circa 250 grammi di filato ogni due anni, molto poco se paragonata per esempio a una pecora Merino.
Oggi lo stato peruviano promuove lo sviluppo e la protezione di questo mammifero.








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